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Domenica 6 dicembre 2009 - Nasce il sito Goriziamia.it - Storia e notizie sulla città di Gorizia |
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II^ GUERRA MONDIALE |
Solo dopo 20 anni dalla fine del primo conflitto mondiale, ecco arrivare nel giugno del 1940 lo scoppio della seconda guerra mondiale. I prodormi della guerra avvennero nel 1939 con l’invasione delle forze armate tedesche in Polonia, senza alcuna dichiarazione di guerra; poi Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania e la Polonia orientale subì l’invasione delle truppe russe, poi queste attaccarono la Finlandia, mentre l’Italia dichiarava guerra a Francia e Gran Bretagna e successivamente agli Stati Uniti. Germania, Giappone e Italia firmarono il patto tripartito che portò le nostre forze armate assieme a quelle Germaniche ad invadere la Grecia, l’Albania, la Russia e l’attuale Slovenia, senza peraltro dichiarare guerra. Ciò fece peggiorare i rapporti fra la minoranza slovena e la parte italiana, in quanto il regime fascista di allora usò la mano pesante verso la comunità slovena, con internamenti, processi farsa, confino e violenze. La città, nel 1941 fa da base di partenza dei nostri soldati per l’occupazione della Slovenia, con spedizioni punitive del nostro esercito contro i partigiani di Tito; seguì nel 1943 la battaglia denominata di “Gorizia“ fra le truppe partigiane e tedesche con l’annessione di Gorizia e di tutta la Regione Giulia al litorale adriatico (Adriatisches Kustenland). La fine della guerra, persa dall’Italia, determinò per la città non di certo la liberazione e la pace, bensì l’accumularsi di problemi etnici e territoriali mai risolti con la Repubblica Jugoslava. A guerra finita la città fu occupata da truppe Jugoslave dal 2 di maggio al 12 giugno 1945, in questo periodo subì vendette d’ogni genere, violenze, persino la deportazione di circa un migliaio di cittadini goriziani inermi che mai fecero ritorno a casa, molti furono infoibati altri lasciati morire di stenti e di torture nella carceri di Lubiana ed in altre località slovene. Quasi contemporaneamente giunse in città una divisione neozelandese che, tenendo conto del clima politico incerto che vi regnava, nulla poté contro gli occupanti, pertanto, ritiratasi a qualche decina di Km dalla città, lasciò campo libero ai partigiani sloveni del nono Corpus, che dichiararono queste terre facenti parte integrante del litorale sloveno e dunque della Jugoslavia. Allora le autorità alleate, per mezzo del generale inglese Alexander, posero fine a questa incresciosa situazione, costringendo Tito con le sue truppe ad abbandonare Gorizia e tutta la Venezia Giulia che fu divisa in due zone: la Zona A di cui facevano parte Gorizia, Trieste e Pola amministrate dalle truppe Anglo-Americane e la Zona B comprendente la rimanente parte della regione Giulia, amministrata dagli Jugoslavi. Gorizia in quel periodo visse in un clima di grave prostrazione, forte oppressione e soprattutto incertezza per il futuro, girava voce che la città e gran parte del territorio provinciale sarebbero passati alla giovane repubblica Jugoslava, ne seguirono cortei, battaglie a suon di striscioni, scontri e dimostrazioni fra italiani e sloveni per diversi mesi, a stento contenuti e bloccati dalla Polizia Civile (corpo istituito dal Governo Militare Alleato). Gran risalto fu dato sulla stampa ed alla radio, ad una manifestazione avvenuta in Gorizia il 26 marzo 1946, a cui parteciparono circa 35 mila goriziani per l’italianità di queste terre, essi manifestarono davanti ad una commissione inter-alleata che aveva il compito di riferire la situazione locale alla Conferenza di pace in Parigi, la quale poi sarebbe stata il giudice supremo del destino di queste terre. Il 10 febbraio 1947, questa decise che la quasi totalità del territorio provinciale ad est di Gorizia, compresi i sobborghi orientali della città, fossero assegnati alla Jugoslavia, mentre il resto del territorio provinciale assieme al mandamento di Monfalcone e Grado ritornassero all’Italia e quindi alla provincia Isontina; mentre Trieste rimase parte della zona A denominato Territorio Libero, neutrale e smilitarizzato, sotto la tutela dell’Onu, condotto dagli Anglo-Americani, la zona B da Capodistria ad Umago era amministrata dagli jugoslavi. Il 16 settembre del 1947 un’immensa e festosa folla di cittadini accolse l’ingresso trionfale in città dell’esercito italiano “Reggimento della Mantova“ sotto il comando del colonnello Antonio Gualano. Il trattato di pace portò come conseguenza la nuova definizione dei confini: alla Jugoslavia fu ceduto il 90 per cento del territorio provinciale, e i tre quinti di quello comunale. Di 2930 Km quadrati provinciali ne rimasero circa 225 e di una popolazione di 270 mila abitanti poco più di 75 mila, il Comune con le frazioni da 53 mila a meno di 40 mila, con la restituzione dei territori del Monfalconese e Grado la provincia era stata ampliata con 470 Km quadrati e 141 mila abitanti.
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