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Ville e Palazzi |
Dal 1 dicembre 2011 abbiamo incominciato ad inserire foto e descizioni delle ville e dei palazzi più significativi della città. |
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CONSEGUENZE TERRITORIALI PER GORIZIA |
Alla fine della guerra Gorizia fu retta da un Governatorato Militare e poi a seguito trattato di Saint-Germain (10 settembre 1919), fu annessa ufficialmente all’Italia il 6 febbraio 1921. Si precisa che, prima del conflitto mondiale la città con tutto il territorio della Contea aveva una superficie di km quadrati 2915 con 270 mila abitanti, poi dal 1918 al 1923, acquisendo alcuni territori del mandamento di Idria e Postumia arrivò ad avere una superficie di Km quadrati 4.470 con 320.000 persone. Sennonché, la scarsa lungimiranza della politica nazionale di allora, unita alla forte spinta di alcuni gerarchi friulani portò alla divisione o per meglio dire alla soppressione della neo costituita provincia isontina. A favore di Udine andò quasi il 70 per cento del territorio, mentre a Trieste il rimanente 30 per cento con i mandamenti di Monfalcone, Sesana, Postumia e Grado. A ciò contribuì anche la forte presenza nella Provincia di Gorizia della minoranza di lingua slovena che, nelle elezioni politiche del 1923, contribuì a far eleggere tre deputati di lingua slovena e uno comunista di lingua italiana. Forte e severa si dimostrò la reazione delle autorità fasciste contro qualsiasi forma culturale slovena, furono chiuse diverse testate giornalistiche, scuole e persino associazioni sportive; tutti i nomi e cognomi stranieri furono italianizzati, creando malumore e tensione anche fra la popolazione di lingua italiana. E’ giusto ricordare che anche nella formazione del nuovo regno Serbo, Croato, Sloveno poi divenuto Repubblica Socialista Jugoslava, non diverso fu il trattamento ricevuto dagli italiani in Dalmazia. Dopo tre anni di mal governo nei territori della ex provincia da parte friulana, a Gorizia si ebbero manifestazioni ostili nei riguardi delle autorità, tanto che il governo ricostituì la stessa con decreto il primo gennaio 1927. Rimase a Udine tutto il mandamento di Cervignano (dieci comuni) fra cui Aquileia, Terzo, Ruda, Villa Vicentina ed il Tarvisiano; pure il mandamento di Monfalcone, Sesana e Postumia rimasero alla Provincia di Trieste. La ricostituita Provincia aveva una superficie di 2730 Km quadrati e 220 mila abitanti ed in quell’ anno il comune di Gorizia fu notevolmente ampliato, con legge dello Stato ben cinque comuni ne fecero parte: Lucinico, S.Andrea, S.Pietro, Salcano, Piedimonte. Il podestà di allora era il senatore del Regno Giorgio Bombi che governò con sagacia e abilità fino il 1934. Furono anni difficili per gravi crisi economiche, infrastrutturali ed occupazionali, per la ricostruzione del territorio bisognava impegnarsi seriamente dando impulso alla costruzione di strade, palazzi, case ed opifici, ma la ricostruzione durò poco poiché le vicende politiche nazionali ed internazionali travolsero nuovamente queste terre.
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