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Ville e Palazzi |
Dal 1 dicembre 2011 abbiamo incominciato ad inserire foto e descizioni delle ville e dei palazzi più significativi della città. |
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ATTENTATO DI SARAJEVO- PRIMA GUERRA MONDIALE |
L’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, in cui furono uccisi Francesco Ferdinando e sua moglie, ne fu la causa in quanto il 28 luglio dello stesso anno l’Impero Asburgico dichiarò guerra alla Serbia storica alleata della Russia. Migliaia di richiami alle armi furono fatte dall’esercito austro ungarico nel territorio Goriziano, gli arruolati furono mandati a combattere sul fronte in Bosnia e soprattutto in Galizia, mentre alcune centinaia preferirono riparare in territorio italiano per arruolarsi con quell’esercito; in seguito a ciò molti caddero su quei fronti o furono fatti prigionieri dai russi . Per la città quel Natale di guerra del 1914 fu molto triste e penoso, mentre il Governo italiano dichiarava la sua neutralità e rifiutava di entrare in guerra a fianco degli stati della Triplice Alleanza, il 3 maggio del 1915 Roma rinnega la Triplice Alleanza e il 23 dello stesso mese dichiara guerra all’Austria-Ungheria. Il 24 Maggio del 1915, per circa tre anni, la città con le zone limitrofe furono teatro di cruenti battaglie, furono distrutti ponti, vie di comunicazione e circa tremila case; anche il vecchio maniero fu molto danneggiato, così pure il bellissimo Duomo e diversi monumenti insigni della città che con la loro presenza raccontavano in silenzio dieci secoli di vita. Quelle poche migliaia di cittadini (trentamila prima della guerra) rimasti in città furono fatti internare come profughi dalle autorità preposte in Slovenia, in Stiria (Wagna) famoso campo di raccolta. Della guerra in atto vanno ricordate le 12 battaglie dell’Isonzo, le varie trincee e camminamenti fatti sul Monte Calvario, sul Sabotino, sul San Gabriele, sul S. Michele e sul S.Marco dove migliaia di soldati e ufficiali d’ambo le parti morirono o furono fatti prigionieri. Ricordiamo i 60 mila morti all’ossario di Oslavia (a circa 5 km dal centro cittadino), dove vi fu uno dei più cruenti e sanguinosi conflitti della prima guerra mondiale e dove si immolarono Scipio Slataper, il poeta del Carso e Vittorio Locchi cantore e poeta della Sagra di Santa Gorizia; e i 100 mila caduti che riposano al sacrario di Redipuglia, dove sorge anche una grandiosa ara in marmo del Duca Emanuele Filiberto d’Aosta comandante della III Armata. A Polazzo nei pressi di Redipuglia c’è il cimitero di guerra dei soldati austro-ungarici. Le truppe italiane per la prima volta entrarono in Gorizia il 9 agosto del 1916, alla guida del sotto tenente Aurelio Baruzzi e dopo la ritirata di Caporetto (ottobre 1917), rientrarono nuovamente trionfanti il 6 novembre 1918 con la brigata di cavalleria Saluzzo Vicenza fra un tripudio di bandiere e di popolo festante. L’Impero Austro-Ungarico era ormai sconfitto definitivamente.
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