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NASCITA E SVILUPPO DELLA CONTEA |
Gorizia inizia la propria storia nel lontano 1001, sorta ai piedi dei colli e dei monti che la proteggono dai rigidi venti del nord, dominata dalle alture delle colline verdi che la circondano: il Calvario, Oslavia, Sabotino, Monte Santo, San Gabriele, Santa Caterina, San Marco con Vertoiba in Campisanti; attraversata dalle acque azzurre e limpide del fiume Isonzo, essa è posta alla confluenza di due valli, quella dell’Isonzo e quella del Vipacco, che la mettono in comunicazione con il Norico a nord ora Austria, con la Pannonia ad est ora Slovenia ed Ungheria. La città ebbe origine da un documento scritto nella città di Ravenna il 28 Aprile 1001 da parte dell’imperatore Ottone terzo, che donò metà del castello di Salcano e metà del territorio della villa di Gorizia al patriarca d’Aquileia Giovanni e l’altra metà di questi beni fu data dallo stesso a Verihen o Werner o Guariento Conte del Friuli; questo secondo atto venne firmato nella città di Pavia verso la fine dello stesso anno. Per dovere storico è bene precisare che la radice etimologica del nome Gorizia deriva dallo sloveno Gorica, (monticello o altura) e che nei secoli passati la città si chiamò pure Gorz a seguito della dominazione degli Asburgo dopo la morte dell’ultimo conte Leonardo avvenuta nel 1500. D’ importanza fondamentale per lo sviluppo e la crescita del peso politico della città, che più tardi diverrà Contea, fu la Casata degli Eppenstein e quella dei Lurn. Marquardo III della casa degli Eppenstein fu nominato primo Conte di Gorizia dal Patriarca Popone in occasione della consacrazione della Basilica di Aquileia, gli successe il figlio Enrico e di seguito: Mainardo I, Enrico I, Enghelberto II, Mainardo II, Enghelberto III, Mainardo III, alla morte di questo successero i figli Mainardo IV e Alberto II che concordarono la co-reggenza dei possedimenti: ad Alberto II la Contea di Gorizia più quella di Carinzia, parte della Pusteria più la Contea di Pisino nell’Istria, a Mainardo IV il Tirolo conservando peraltro il doppio titolo di Conti di Gorizia e del Tirolo. Ad Alberto II successe il figlio Enrico II uomo colto ed intelligente aperto alla cultura delle varie Signorie italiane, sotto la sua potestà la Contea raggiunse il culmine della potenza estendendo i suoi confini da Padova fino oltre la Marca Trevigiana e dalla Punteria con residenza a Lienz, fino alla penisola dell’Istria meridionale; ed inoltre nel 1307 egli concesse alla zona alta di Gorizia il privilegio di città con il relativo sigillo. Alla morte di Enrico II, avvenuta misteriosamente, inizia la parabola discendente della Contea quando il Patriarca Bertrando consapevole della debolezza della Casata, occupò le terre migliori senza che nessuno fosse in grado di difenderle. L’ultimo Conte di Gorizia Leonardo condusse la Contea dal 1462 al 1500. Il clima politico del tempo si faceva sempre più difficile con l’ascesa prepotente della Casa d’Austria e Venezia; perciò per poter garantire pace e autonomia alle sue terre egli cercò di aumentare la sua potenza con l’acquisizione di nuove alleanze, cercando di unirsi in matrimonio con una Visconti di Milano, ma tale aspirazione non si realizzò, per cui rivolse il suo interesse verso i Gonzaga di Mantova sposando Paola. Da lei ebbe una figlia perciò la continuazione dinastica non ebbe seguito. Paola morì nel 1497 e fu sepolta a Gorizia. Alla dipartita terrena del conte Leonardo, la casa d’Asburgo, nella persona di Massimiliano I, si affrettò ad occupare tutti i territori della Contea, come da accordi precedentemente presi. Il fatto creò invidia e malumore presso la Repubblica Veneta che aveva già in progetto di impossessarsene.
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